Data: 12.02.2021
Articolo: La Sentinella del Canavese
Solo qualche settimana fa l’allarme lanciato da Terra mia Champagne: «È un’opera frutto del sapere popolare, bisogna salvaguardarla»
Si è, purtroppo, rilevato fondato il grido d’allarme lanciato esattamente un mese fa dai componenti dell’associazione Terra mia sulle crepe ed infiltrazioni che mettono a rischio il caratteristico ponte che dal Medioevo in poi ha consentito agli abitanti di Sant’Anna Boschi, frazione di Castellamonte, passando per località Castelletto e superando il torrente Piova, di raggiungere Colleretto Castelnuovo. Nella giornata di ieri, giovedì 11 febbraio, infatti, è crollata la spalletta del ponte romanico della sponda verso valle.
Manufatto d’origine medievale
«La spalletta era fessurata già da più di un anno, le cause del crollo dovranno, evidentemente, essere individuate dai tecnici – afferma il presidente di Terra mia, Emilio Champagne -. Non si tratta di un danno gravissimo, l’arco del ponte si presenta ancora in buone condizioni, ma è comunque un campanello d’allarme. Se non si interviene, il ponte sarà veramente in pericolo. Comprendiamo il momento storico che stiamo vivendo, le difficoltà a reperire i fondi, ma nella collettività, negli amministratori deve maturare la coscienza che si tratta di un’opera frutto del sapere popolare, delle generazioni che ci hanno preceduti, realizzato dai mastri muratori. Un ponte, poi, ha il significato di unire due sponde, è un simbolo di pace e collaborazione. La speranza è che l’Unione montana Valle Sacra, i sindaci, gli enti preposti che hanno il potere di intervenire si ricordino di questo manufatto anche in considerazione del fatto che su questo ponte storico transita una conduttura idrica della Smat ed in caso di crollo delle borgate potrebbero rimanere senz’acqua».
L’ultimo restyling nel 2015
Il ponte, che ha un arco di forma ogivale tipica dell’Alto Medioevo (1200 -1300), rappresenta uno dei pochi esempi, se non addirittura l’unico, di questa tipologia presente in Canavese. Il manufatto, peraltro, era stato oggetto di un intervento di restyling nel 2015. Danneggiato da decenni di incuria, ma anche dal passaggio di mezzi per la posa della rete idrica, versava in grave stato di degrado. Poi, dopo la presentazione del progetto di recupero e sfruttando la possibilità di finanziare l’opera grazie ad un bando del Gal, i lavori di ristrutturazione, che hanno riguardato il rifacimento di parte delle spallette, la sostituzione del ciottolato ed il taglio degli alberi e dei rami che ne ostruivano la visibilità, erano partiti. Era stata sistemata anche una frana che minacciava uno degli argini. —