Castelli in vendita in mezzo Canavese Ad Andrate spunta un compratore

Data: 09.02.2021

Articolo: La Sentinella del Canavese

Dopo il caso di Pavone, situazione simile a Settimo Vittone, Forno e San Giorgio

SETTIMO VITTONE. Ai super ricchi il Canavese non piace. Solo questo, al di là degli effetti devastanti sul turismo causati dalla pandemia, spiega la messa in vendita di ben cinque castelli, risalenti (eccezion fatta per Andrate) all’epoca medievale e convertiti in alberghi e ristoranti di lusso.

i manieri interessati

Insieme al maniero di Pavone Canavese, si vendono quello di San Giorgio, quello di Settimo Vittone, quello di Andrate e quello di Forno. Ed in acque non certo buone naviga la dimora nobiliare di Parella, inaugurata solo tre anni fa da, dopo un restauro da oltre 40 milioni di euro, gestita da Vistaterra, una delle società partecipate di Manitalidea, entrata in amministrazione straordinaria come la capogruppo.

possibilità per andrate

In controtendenza va però il castello di Andrate, con le sue due torri che svettano in mezzo alle montagne innevate, finora utilizzato come dimora privata, in vendita da diversi anni ad una cifra di partenza intorno ad un milione e 800mila euro. Secondo alcune indiscrezioni sembra che la proprietà abbia in corso serrate trattative con un investitore intenzionato a realizzare un resort. Anche il sindaco Enrico Bovo ci spera: «Andrate ha tutte le potenzialità per un’offerta turistica spalmata su più giorni, grazie alla sua collocazione ai piedi delle montagne. Mi auguro quindi che la trattativa si concluda positivamente».

Tra l’altro proprio in questi giorni è stato venduto l’ex hotel Belvedere di Andrate, che dovrebbe diventare una casa-famiglia. Le dimore di charme di certo stanno patendo i colpi della crisi pandemica anche in altri località e nazioni d’Europa, ma sono pronti a ripartire non appena cesseranno le restrizioni per contenere i contadi del Covid-19. La ripartenza in Canavese invece è affidata alla speranza di investimenti per potenziare un’offerta turistica che resta concentrata sul “mordi e fuggi”, nonostante gli sforzi fatti finora da Confindustria Canavese, che ha creato il gruppo turismo, l’Agenzia di sviluppo e soprattutto una sinergia sul territorio.

Per visitare luoghi di interesse storico, che in Canavese non mancano, per le attività sportive outdoor, per le sagre di maggior richiamo il turista si ferma al massimo un paio di giorni. Ed in pochi scelgono un castello per soggiornare. Anche i sempre più numerosi pellegrini che percorrono il tratto canavesano della via Francigena preferiscono l’ospitalità di ostelli e bed&breakfast. Numeri da record anche per il castello di Masino di proprietà del Fai (che non è una struttura alberghiera) la punta di diamante del turismo in grado di attrarre quasi centomila visitatori l’anno, pronto a ripartire con nuove attività il prossimo maggio.

Il castello di Montestrutto

Intanto partendo da Settimo Vittone, luogo incantevole all’imbocco con la Valle d’Aosta, per scendere verso l’Eporediese e il Basso Canavese, i castelli si vendono. Quello che domina Settimo Vittone si trova nella frazione Montestrutto sulla cima di uno sperone roccioso. Ed è famoso per essere stato la dimora di Rosario Scalero, musicista e compositore che insegnò anche a Nino Rota. Fu costruito in stile neogotico e edificato intorno ad una torre del IX secolo. In ottime condizioni dopo i restauri è utilizzato a scopo ricettivo-turistico, come casa vacanze. La proprietà, una famiglia canadese, l’ha messo in vendita, ormai da una decina di anni. Per la sindaca di Settimo Vittone, Sabrina Noro, si tratta di un gioiello da preservare: «So che la proprietà non intende svenderlo – conferma Noro – proprio per mantenerne il valore storico. Al momento però non è aperto alle visite ed è gestito da un custode».

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