Vita alpina, tutto in un museo

Data: 17.03.2011

Articolo: La Sentinella del Canavese

Issiglio ‘custode’ di importanti testimonianze storiche

ISSIGLIO. Nello studio “La montagna del Piemonte. Varietá e tipologie dei sistemi territoriali locali”, che è stato divulgato in una conferenza del 22 febbraio scorso dall’Ires, in collaborazione con la Regione Piemonte, le Valli Chiusella, Sacra e Dora Baltea Canavesana (oggi, uno sola Comunitá Momtana) sono descritte come un territorio ancora “sostanzialmente depresso”. 
Lo stesso studio sottolinea “l’esigenza di pensare a strategie diversificate di sviluppo che valorizzino il potenziale ambientale e culturale dei Comuni delle valli”. Nel piccolo centro montano di Issiglio, all’imbocco della Valchiusella, la strada della valorizzazione del territorio è stata intrapresa con coraggio dall’ “Associazione Culturale Issigliese” che dal 2008 ha allestito, nelle sale restaurate del vecchio municipio, un fondamentale museo di vita alpina visitabile tutto l’anno.  Entrando nei tre piccoli locali dell’ex casa comunale sotto la guida appassionata e competente di Marilena Mattioda (presidente dell’associazione) è subito chiaro che la mostra fotografica, la ricostruzione accurata degli ambienti e le suppellettili esposte non si limitano a mostrarci, come spesso avviene, un nostalgico “Come eravamo”.  Al contrario. La testimonianza storica, raccolta grazie alle donazioni di molti cittadini di Issiglio, ha un inaspettato valore di interesse generale. Infatti è vero che sono tanti (e minuziosamente catalogati) i manufatti più strettamente locali, come il “Purillo”, tipico berretto calcato anche sulla testa del “Buscarin”, figura carnevalesca issigliese. O la “Cher”, un cucchiaio in legno dal fondo piatto che serviva a schiacciare la polenta sul fondo delle tazze giá colme di latte per il frugale pasto montanaro.  Ma l’occhio si posa in fretta sugli oggetti che questa comunitá condivideva con tutta l’Italia rurale. Sono gli attrezzi casalinghi con cui si provvedeva al fabbisogno delle famiglie: la gramola per spezzare gli steli della canapa, gli aspi e gli arcolai per avvolgerla, le spolette e i fusi per tesserla. Strumenti che consentivano al contadino, prima dell’avvento dell’industria tessile, di ottenere al costo del solo sudore della fronte: telerie (e qui ne sono esposte anche di pregio), indumenti da lavoro, tovaglie, biancheria.  Ne viene fuori un intenso ritratto di una civiltá dedita all’autoproduzione e all’autoconsumo, che in Italia è stata spazzata via senza mediazioni in quel brusco passaggio dai campi all’industria che ha caratterizzato il secolo scorso. 
Signora Mattioda, la Valchiusella è un territorio socialmente e culturalmente depresso? 
«La nostra è una valle laterale e chiusa, con poco passaggio. Ma basterebbe aumentare la visibilitá delle eccellenze locali e la gente affronterebbe volentieri la deviazione. E poi, le sembrerá strano, ma il vero handicap culturale della zona sa qual è stato? L’Olivetti»
Perché in molti hanno preferito la fabbrica alle attivitá tradizionali? 
«Esatto e poi l’Olivetti, giustamente, organizzava tutto, anche le vacanze. Il gruppo Gsro (Gruppo Sportivo Ricreativo Olivetti) ti portava dove volevi. Abbiamo viaggiato in tutto il mondo, ma ci siamo dimenticati delle nostre realtá. Adesso che quella stagione si è chiusa, è doveroso, non solo economicamente, ma anche per un’esigenza personale e antropologica, un ritorno alle origini». 
Il vostro percorso mi sembra che vada nella direzione giusta… 
«Sì, la direzione è giusta, noi ci siamo battuti e siamo riusciti ad essere una onlus, non vendiamo e non promuoviamo nulla se non Issiglio, abbiamo voglia di essere al servizio di chi ci vuole conoscere. Lo scorso anno durante l’iniziativa “Primavera a Issiglio” abbiamo avuto un ottimo successo di pubblico».  «Ora, bisogna far capire che il museo è aperto tutto l’anno e non solo in occasione delle manifestazioni stagionali, penso soprattutto ad un maggiore coinvolgimento delle scuole. Organizzare gite didattiche per insegnare ai nostri bambini le loro radici sarebbe una grande occasione per il territorio. Per le scolaresche abbiamo anche il salone comunale polivalente, molto ampio e attrezzato anche per un pranzo al sacco. Un’ulteriore attrattiva per i piccoli, infine, è il mulino che, con la nuova ruota: a breve, sará di nuovo in grado di macinare».

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