Cent’anni fa nasceva il maestro Gazzera

Data: 24.08.2006

Articolo: La Sentinella del Canavese – archivio

ANDRATE. Clarissa Gazzera è ancora oggi la bella ed elegante signora che il Canavese ha conosciuto nel 1975, assisa con grazia accanto alle camelie in volo sopra le nuvole, nel celebre ritratto che fu emblema, su cataloghi e affiches, della mostra allestita a Villa Luisa con i quadri del marito Romano, forse l’ultima vera, grande mostra di pittura che la città di Ivrea abbia ospitato.

La signora Clarissa è in questi giorni ad Andrate per il centenario della nascita del maestro che verrà ricordato con una messa officiata dal vescovo emerito Luigi Bettazzi, legato ai Gazzera da oltre trent’anni di amicizia.

Tutto, nella casa sulla Serra, dalle cui finestre lo sguardo può spaziare fino a Torino, parla ancora del maestro e lo rende presenza viva e accogliente a partire dalle amate piante di gelsomino nel breve porticato che dall’ingresso mena al salone rosso, al pian terreno. Rosso Gazzera, naturalmente, il rosso con cui l’artista ha firmato tutte le proprie opere, il rosso del Geranio omonimo rappresentato a cavallo che, tradotto in gioiello dal maestro stesso, fa mostra di sé al collo della signora Clarissa. Rosso che lega armonicamente i colori vivaci della tavolozza dell’artista profusi nelle enormi tele che accolgono il visitatore, tra cui l’ultimo autoritratto, la “Rosa su Cap-Ferrat”, e una riproduzione del “Cristo Contestato” accanto a una litografia del “Cristo Contestatore.

Lo studio del maestro è intatto: i suoi libri, i ricordi più cari su un tavolo: ci sono, incorniciati l’uno accanto all’altro, i ritratti fotografici dei genitori, il padre generale e ministro della guerra, in alta uniforme, e la madre colta dall’obiettivo di Eva Barret, la “fotografa dell’aristocrazia” dell’epoca.

E poi i grandi cavalletti, e Clarissa ancora sulla tela, a fissare il mare. Accanto al quadro, l’abito indossato nel ritratto. Vicino, la giacca e il cache-col del pittore…: il tempo si ferma e la signora Clarissa, oggi moderna e fattiva vestale dell’opera del marito torna, nel raccontarsi, ad essere la collegiale che ogni lunedì, era solita lasciare una rosa del proprio giardino infilata nella maniglia della porta del celebre maestro.

«Devo a Clarissa se negli ultimi dieci anni la mia carriera è progredita più che in tutto il resto della mia vita. Non è soltanto la mia guida intelligente nelle mostre, ma con i suoi capelli di fiamma ardente, con il suo giovane portamento snello, con la sua statura longilinea, è modella ideale che suscita in me l’immagine di una divinità greca. E delle divinità greche possiede anche un forte distacco dalle miserie quotidiane, dai pettegolezzi, dalla olgarità dei discorsi, per dedicarsi ad abbellire, a curare il lato estetico di ogni abito, di ogni gioiello, di ogni ambientazione, senza sofisticazioni e con grande semplicità. Ella sa trasformare tutto quanto la circonda in una stupenda aiuola di fiori. La qualità più preziosa che Clarissa possiede è la sua modestia interiore, che le fa ignorare le proprie virtù e provare disappunto di fronte all’ammirazione e alla gratitudine altrui, persino alla mia», così Romano Gazzera descrisse la moglie nella’autobiografia uscita postuma, nel 1990.

Un’autentica dichiarazione d’amore tuttora perfettamente ricambiata: «Mio marito è stato un uomo speciale, con un grande e profondo intuito verso le donne. E’ stato un uomo molto generoso accanto al quale ho trascorso anni intensi ed indimenticabili, nelle sue giornate dedicate alla pittura e in giro per il mondo, a contatto di tutte le più grandi personalità. Il suo amore per la vita, per la bellezza, tradotto nei quadri che ancora oggi testimoniano la sua arte attuale e inimitabile, si rivolgeva a me con generosità assoluta, anche nelle piccole cose come il dono di un fiore, o di un piccolo ritratto estemporaneo. Mi rende lieta constatare che le sue opere, sempre contese dai collezionisti, continuano a d essere apprezzate ed amate in tutto il mondo».

Così, per ricordare il centenario della nascita del maestro, oltre alla grande mostra allestita a Roma e visitabile fino a fine settembre nella sede della Regione Piemonte, anche ad Andrate, Clarissa Gazzera ha voluto promuovere un momento pubblico.

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